Il Restauro › stuccatura e verniciatura

Una volta terminati i lavori di saldatura e ricostruzione che riguardavano le due fiancate, gli sportelli, sottoporta, parafanghi posteriori, i fondi e il posteriore della macchina (la parte anteriore era ancora da smontare) decisi di fare qualche prova di stuccatura e di verniciatura, ma prima cercai di erudirmi chiedendo informazioni ad amici e qualche carrozziere della zona, inoltre leggevo i post di alcuni forum dove si parlava dei lavori di carrozzeria e di come poterli svolgere anche a casa propria. Purtroppo le informazioni e i suggerimenti ricevuti, spesso contrastanti, mi portarono a commettere qualche errore. In precedenza avevo fatto alcune stuccature all’interno del portabagagli dell’auto, ma roba piccola. Adesso mi si presentavano situazioni difficili, come rimettere sullo stesso piano le fiancate dell’auto dopo la saldatura e sostituzione di varie porzioni di lamiera dei parafanghi, sottoporta e sportelli ( parti tagliate e modellate con mezzi hobbystici) e la conseguente creazione di ondulazioni, dislivelli e cordoli di saldatura.


PULIZIA DELLA LAMIERA

Innanzitutto è indispensabile verificare che la lamiera sia priva di ossidazione e perfettamente sgrassata. Per eliminare la ruggine si può smerigliare con appositi dischi abrasivi, dove non arriva il disco si può utilizzare le spazzole rotanti metalliche da trapano. Infine trattare con prodotti decapanti e fosfatanti come il Remox , il Rustop o il Ruginox, a base di acido fosforico che ha una azione passivante sull’ossido di ferro. Si può utilizzare anche l’acido fosforico o ortofosforico come prodotto a se stante (si trova in flaconi da 1 litro concentrato al 70%). Risciaquare dopo 20/30 minuti con acqua ripetendo il trattamento se l’ossidazione è persistente, sfregando con una spazzola metallica, poi all’ultimo passaggio, quando la lamiera è ormai pulita, togliere l’eccesso di prodotto con acetone puro al posto dell’acqua che può innescare nuovi processi di ossidazione . L’acetone è inoltre un ottimo sgrassante con proprietà antisiliconiche, in ogni caso è indispensabile subito asciugare e dare il fondo antiruggine alla parte (vedi prossimo paragrafo). E’ meglio ripetere le applicazioni piuttosto che lasciare questi prodotti agire a lungo. Il Ruginox se lasciato a lungo sulla ruggine (ad esempio 1 giorno) inizialmente ne scioglie una parte ma poi tende a trasformare la rimanente in una crosta blu/nerastra (tipica dei convertitori quali ad esempio il Ferox) da evitare se si vuole un risultato duraturo. Il mio scopo è stato sempre quello di eliminare la ruggine, non di creare croste sotto cui l’ossidazione continua a mangiare la lamiera. Quando mi è capitato il formarsi di tali croste blu/nerastre le ho poi molate o spazzolate via, fino ad ottenere una superficie metallica lucente. Certo che il lavoro è lungo e può diventare pericoloso per mani ed occhi se non si usano le dovute protezioni, quali occhiali protettivi e guanti. Inoltre tutte le operazioni con i prodotti decapanti in primis (ma anche con fondi stucchi e vernici) vanno fatte all’aperto o in luogo ventilato per non respirare le esalazioni, dannosissime per i nostri polmoni!!

Nota Bene: in carrozzeria il tutto si svolge in maniera molto più semplice, i pezzi vengono accuratamente sabbiati e poi trattati con fondo isolante epossidico. Questo è sicuramente il sistema più veloce ed efficace!


FONDO ANTIRUGGINE/ISOLANTE

A questo punto la lamiera è pulita ma, prima della stuccatura, va trattata con antiruggine o con fondo isolante, il migliore è in assoluto il fondo epossidico per le sue proprietà ancoranti e anticorrosive, ma esistono anche fondi acrilici ed alchidici di buona resistenza, alcuni zincanti (contengono pigmenti di zinco). Io personalmente ho effettuato il primo passaggio sul metallo nudo con l’ Owatrol C.I.P. oppure con Rust Oleum 769, che hanno funzione isolante ma anche bloccaruggine, successivamente ho dato un fondo isolante acrilico. In ogni caso assicurarsi che il fondo permetta la sovrapplicazione dello stucco bicomponente da carrozzeria, cioè quello catalizzato, altrimenti alla fine si staccherà sia il fondo che lo stucco e si dovrà ripartire da capo. E’ buona regola accertarsi che tutti i vari prodotti che andremo a passare sulla superficie siano compatibili tra loro, pena il ritrovarsi con verniciature raggrinzite o piene di bolle e difetti. In genere ho notato che i prodotti acrilici, partendo dai fondi alle vernici, sono quelli più semplici da usare e creano minori problemi di compatibilità.

Per quanto riguarda i sopra nominati blocca ruggine (Owatrol C.I.P./Rust Oleum 769) non so garantire la durata nel tempo, tuttavia ho fatto delle prove passandoli su pezzi di lamiera nuda (quella non zincata che all’aria si ossida in un paio di giorni) che ho lasciato per circa una settimana all’aperto di inverno esposti alle intemperie ed ho visto che la ruggine non ripartiva!


STUCCATURA

Iniziai con la fiancata destra del veicolo. Realizzai immediatamente che, a causa dei cordoli della saldatura e delle ondulazioni della lamiera generatesi con il calore prodotto, non potevo usare il normale stucco metallico per riempire i dislivelli maggiori, ma avevo bisogno di un prodotto più “grosso”e cioè riempitivo e resistente alle sollecitazioni meccaniche, essendo costretto a creare un certo spessore. Mi consigliarono di usare uno stucco a base di vetroresina, in quanto isolante e forte, per una prima stuccatura e poi di rifinire il lavoro con lo stucco metallico che è più fine e ti permette di ottenere un buon effetto estetico (dalla seguente foto si nota in sottofondo lo stucco vetroresina rosaceo e in superficie quello metallico bianco)

 

 

Questo in seguito si rivelò un primo errore: infatti, parlando con veri esperti del settore, saltò fuori che i prodotti a base vetroresina, benché isolanti e resistenti, hanno il difetto di non seguire la lamiera nelle sue dilatazioni termiche al cambio della temperatura ambiente e quindi con il tempo possono staccarsi. Per tale motivo sono stati ideati degli stucchi metallici particolari, contenenti fibre metalliche, che consentono di creare spessori e di non avere problemi con la dilatazione termica dei lamierati. Io ne ho trovato uno, marca Lasav, contenente fibre di alluminio davvero forte e buono, adatto per le stuccature difficili. Purtroppo molte le avevo già fatte con quello a base vetroresina e di certo non potevo rimettermi a grattare tutta la fiancata e qualche altro pezzo della Giulia, visto anche che a causa della mia inesperienza avevo passato molte ore a ristuccare e rifinire le varie parti prima di ottenere un risultato estetico soddisfacente. Dopo aver perso qualche giornata con prove e riprove, ho imparato a mie spese che lo stucco va passato su superfici sgrassate a dovere con una spatola di plastica morbida, evitando di usare le spatole di metallo “ da muro” se non in casi particolari, in modo da riuscire stenderlo correttamente seguendo le modanature della lamiera, anche se qui è molto importante la mano dell’operatore e questa nasce solamente con l’esperienza sul campo. Una volta asciutto va carteggiato con carta vetrata a grane diverse, partendo con una grana grossa (80-100), proseguendo con grane intermedie (120-180) fino a rifinire con una grana fine (240). Minori sono i “salti di grana” più uniformi e senza righe sono le superfici lavorate. Inoltre le superfici piane vanno lavorate con un “tasso”, ovvero con oggetto dritto su cui applicare la carta vetrata per usarla senza creare ondulazioni, mentre per le parti tondeggianti si deve usare la mano e la fa da padrona l’esperienza e l’occhio dell’operatore.

Qui commisi il mio secondo errore, ovvero , stanco della polvere alzata con l’uso delle grane maggiori, quando arrivai alla carta abrasiva 240 carteggiai “a bagno” di modo che con l’acqua la polvere dello stucco cadesse a terra, cosa che tra l’altro avevo visto fare in una carrozzeria del luogo. Ma poi, come esposto in vari forum e anche riportato su varie schede tecniche di prodotti del settore, è emerso che lo stucco metallico tende ad assorbire l’umidità ed è consigliato carteggiarlo a secco. In carrozzeria prima della verniciatura le auto vengono fatte asciugare nel forno, a casa è ovviamente più difficile anche se ho “sentito” di qualcuno che si arma di phon e mooolta pazienza.

Dopo l’abrasione dello stucco metallico è importante dare un paio di mani di fondo acrilico isolante a spruzzo, che poi questo sì che si può carteggiare a bagno con carta abrasiva grana 360 per avere una bella superficie liscia e pronta per essere verniciata.

 


 

Alla fine, per “impratichirmi” un po’ all’uso della pistola a spruzzo, decisi di dare una mano di vernice alle parti preparate.

 

 

In questo modo ho ottenuto una superficie dal colore uniforme che consente di individuare piccoli difetti da correggere prima della verniciatura finale che dovrà avvenire su tutta la Giulia una volta terminati tutti i lavori di carrozzeria.

Infine faccio presente che i prodotti menzionati temono soprattutto il freddo ed utilizzarli in pieno inverno comporta la perdita della loro efficacia. Col caldo eccessivo, invece, cristallizzano troppo in fretta per cui si possono crepare od anche saltare via. Nei prodotti bicomponenti si può limitare tali effetti “giocando” con la quantità di catalizzatore da mescolare (di più se fa freddo, un po’ meno se la temperatura è alta).